Al Santa Croce primi interventi di embolizzazione della prostata

L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è un ingrandimento della ghiandola prostatica  dovuta  a proliferazione degli elementi stromali e ghiandolari della prostata, assai frequente con  incidenza  del 70% negli uomini dopo i 70 anni; il 25 % dei pazienti con IPB deve essere sottoposto a trattamento  per  disturbi della minzione e l’intervento chirurgico di adenomectomia o la resezione trans-uretrale (TURP trans-uretral prostatic resection) sono attualmente le terapie di prima scelta per tale patologia.

Recentemente è stata proposta per il trattamento dell’IPB una nuova metodica mini-invasiva l’embolizzazione trans-catetere, ossia l’occlusione delle arterie prostatiche con microsfere eseguita con  approccio  angiografico percutaneo.

Due centri, uno in Brasile coordinato dal Prof. Carnevale e uno in Portogallo dal  prof. Pisco, hanno cominciato a trattare con tale tecnica  di Radiologia Interventistica  alcuni pazienti con risultati incoraggianti pubblicati nella recente letteratura, con un notevole interesse nei Congressi Internazionali ( ad esempio nel recente congresso tenutosi a  New York a maggio 2012 del GEST, il piu’ importante Simposio a livello mondiale sulle embolizzazioni; multiple sessioni sono state dedicate a tale argomento con il primo caso  dimostrato in diretta negli USA  dal centro di S. Paolo del prof. Cardinale ).

Nell’ASO S.Croce e Carle di Cuneo  è stato eseguito il mese scorso  il primo trattamento  in Italia di embolizzazione in un paziente con IPB, con  problemi di ritenzione urinaria e portatore di catetere  vescicale permanente  non candidabile all’intervento chirurgico per le condizioni generali.

L’embolizzazione è stata eseguita dall’equipe di Radiologia Interventistica del  dr. Maurizio Grosso che  aveva già  assistito ad alcune  procedure di embolizzazione prostatica  sia a S. Paolo che a Lisbona ed il paziente è stato studiato e seguito nel reparto di Urologia diretto dal dr. Giuseppe Arena.

La procedura, effettuata senza complicanze in anestesia locale e con minimo disagio per il paziente, ha ottenuto un buon risultato e ha permesso di  rimuovere il catetere vescicale con rapida dimissione dall’ospedale.

L’embolizzazione delle arterie prostatiche nel trattamento dell’IPB è una metodica promettente che deve peraltro essere  convalidata da studi e essere limitata a  pazienti ad alto rischio, non candidabili all’intervento chirurgico o alla resezione endoscopica .

La metodica  di embolizzazione consiste nel provocare  l’occlusione delle piccole arterie  della prostata iniettando micro-particelle attraverso un  piccolo tubicino (microcatetere ) introdotto a cielo coperto, ossia senza alcun taglio  con  la semplice puntura con un ago di  un arteria periferica come  l’arteria femorale.

Tale trattamento  mini-invasivo richiede peraltro notevoli professionalita’ sia nella gestione e scelta del paziente da parte dell’equipe Urologica, che  a Cuneo vanta una notevole casistica di interventi di resezione chirurgica e di TURP, sia nell’ esperienza di Radiologica  Interventistica; fare  navigare il microcatetere infatti fino all’interno delle arterie della  prostata, vasellini  sottilissimi del diametro  di 2  o 3  mm, è una procedura complessa che puo’ essere effettuata solo in  centri  con   una notevole esperienza e con la possibilità’ di utilizzare materiali sofisticati e  apparecchiature Radiologiche Angiografiche di ultima generazione, come  quelle presenti  nell’ASO S.Croce, dove  è stata recentemente inaugurata  la Sala Ibrida in cui è disponibile in una vera sala operatoria,  un’apparecchiatura Angiografica di tale  tipo.