Il 30 giugno 2021 c’è stata l’inaugurazione e la posa dell’opera, presenti la presidente nazionale della Federazione degli ordini degli infermieri Barbara Mangiacavalli e i consiglieri nazionali Massimiliano Sciretti e Carmelo Gagliano, oltre naturalmente il presidente dell’ordine di Cuneo, presso l’Ospedale Civile di Busca, in Piazza Regina Margherita.
“Quello che i nostri occhi hanno visto, quello che le nostre mani hanno toccato, i sentimenti che abbiamo provato resteranno per sempre scolpiti nei nostri cuori così come questa. scultura”, ha dichiarato la presidente Mangiacavalli prima dello svelamento dell’opera.
La ragione dell’iniziativa dello scultore è riconoscere che l’infermiere è da sempre vicino al cittadino e alla collettività e le sue azioni si realizzano e si sviluppano nell’ambito della pratica clinica, dell’organizzazione, dell’educazione e della ricerca. Ha un ruolo importante non solo negli ospedali ma anche nelle strutture pubbliche e private, a domicilio, nelle strutture residenziali e diurne, in qualità di dipendenti o liberi professionisti. Con la sua opera, lo scultore ha riconosciuto l’impegno, la dedizione, la vicinanza dimostrata alle persone assistite e il sacrificio di tutti gli infermieri durante la pandemia da Covid-19 nella nostra Provincia e su tutto il territorio nazionale.
“Siamo orgogliosi di far parte di questa categoria di professionisti essenziali al Sistema Sanitario in questo momento così delicato, dichiara il presidente dell’ordine degli infermieri di Cuneo Remo Galaverna, ma auspichiamo a un riconoscimento concreto per tutti gli sforzi messi in campo prima, durante e dopo la pandemia, con l’augurio che i problemi della categoria si risolvano presto”.
“Da marzo 2020, spiega Galaverna – l’Italia si è trovata ad affrontare un’emergenza unica nel suo genere, che ha stravolto condizioni di vita, di lavoro, ha messo in stand-by tutta la normalità che fino a quel momento non ci rendevamo conto di quanto fosse importante.
Gli infermieri da subito, come sempre, anche senza i riflettori puntati addosso, hanno dimostrato un senso di servizio, di attitudine, di umanità verso il prossimo, una professionalità e non una missione, svolta con spirito di sacrificio e abnegazione unica nel suo genere.
Gli infermieri si sono presi sempre cura dell’uomo come accezione unica dell’essere umano, senza distinzione di genere, di razza, di appartenenza politica e sociale. Le gratificazioni e i riconoscimenti rinnovano negli infermieri una sorta di spinta per poter andare avanti e per far comprendere a tutti che si sta svolgendo al meglio il proprio lavoro. Una riflessione è comunque d’obbligo sul fatto che gli infermieri durante quest’anno difficile sono stati più volte gratificati sui media, dalle persone, sui social, ma purtroppo hanno anche subito violenze fisiche e mediatiche; gli infermieri sono stanchi, provati e anche delusi dal fatto che sovente le gratificazioni sono fine a se stesse senza azioni concrete che valorizzino la professione”.