Cenni Storici

L’Ospedale S. Croce di Cuneo ha le sue radici, come tanti altri Ospedali italiani, nei ricoveri (“hospitale“) per viandanti che, nel XIII secolo, sorgono presso i monasteri o le “pie Confraternite” (associazioni di laici aventi come scopo il perfezionamento spirituale dei propri aderenti e il soccorso ai bisognosi).

Quasi sempre, l’ospitalità viene offerta non soltanto ai pellegrini in marcia verso i grandi Santuari, ma anche ai poveri, ai malati ed ai bambini abbandonati ( gli “esposti”). A Cuneo esistono, in tale epoca, alcuni di questi ricoveri; uno di essi viene fondato e gestito dalla Confraternita “dei raccomandati della Beata Vergine Maria” (soltanto secoli dopo definita “di S. Croce”), presso la Porta del Borgo; un altro viene allocato, nel maggio 1319, presso la “Porta dei Frati”.

Nel 1437 il Vescovo di Asti, sotto la cui giurisdizione si trova Cuneo, riunisce sotto l’Amministrazione della Confraternita di S. Croce tutti gli ospedali della città; la Confraternita sposta la sua sede presso la Porta dei Frati, dopo la costruzione dei nuovi edifici (1732-1783) in cui l’Ospedale S. Croce sarà ubicato fino al 1961.

Negli anni a cavallo fra 1700 e 1800 matura lentamente una nuova concezione dell’istituzione ospedaliera, vista non più come luogo di pietà istituzionalizzata, ma come struttura in cui si esercita l’assistenza ai malati intesa già come diritto riconosciuto, almeno sulla carta. Nello stesso tempo, la medicina sposta a poco a poco il proprio asse da arte più o meno “sacerdotale” a esercizio di scienza.

Il 1819 segna una svolta nella gestione dell’Ospedale S.Croce: per la prima volta sono ammessi anche i malati “paganti”: è forse questa la prima testimonianza della concezione della struttura come luogo di cure più efficaci di quelle ottenibili a domicilio e non soltanto come ricovero per i poveri.

Nel 1836 la Confraternita chiama a prestare la loro opera specializzata nella struttura le suore del Cottolengo, che saranno presenti fino agli anni 80 del nostro secolo.

La seconda metà dell’800 vede numerosi ed importanti cambiamenti nello scenario della sanità italiana, grazie all’evoluzione delle conoscenze igienico-batteriologiche e all’introduzione di nuove tecnologie.

Nel 1895 la legge sulle Opere Pie rivoluziona abitudini amministrative radicate nei secoli, limitando l’autorità delle Confraternite nella gestione degli ospedali. E’ un ulteriore passaggio, forse quello definitivo, nell’evoluzione del concetto di assistenza ai malati: da “beneficenza gestita dalla carità cristiana” a servizio sociale necessario.

Nel 1914 vengono inaugurati, in Regione Cascina Mocchia, (di fronte a Piazza d’Armi) i nuovi padiglioni per malati infettivi. Nel volgere di pochi anni le strutture sanitarie devono affrontare terribili calamità: la prima guerra mondiale e la spagnola, malattia influenzale con complicanze polmonari. A ciò va aggiunto il rapido propagarsi della tubercolosi; nell’ambito delle iniziative poste in atto dallo Stato per combatterla, viene inaugurato, nel 1935, l’Ospedale sanatoriale della Confreria, intitolato ad Antonio Carle, ordinario di Patologia chirurgica all’Università di Torino, nativo di Chiusa Pesio. Negli stessi anni, nascono numerose specialità medico-chirurgiche (oftalmica, otorinolaringoiatria, ecc), che a Cuneo trovano posto, insieme al reparto Maternità, nell’Ospedaletto Infantile Regina Margherita.

Terminata la Seconda Guerra Mondiale, Cuneo inizia a pensare ad una nuova sede per il suo Ospedale. Fra il 1954 ed il 1960 viene edificato il nuovo Ospedale S. Croce, in via Coppino: la sede è quella attuale, ma si può dire che, dalla sua apertura, il cantiere non si sia mai fermato e prosegua tuttora con l’edificazione di nuove ali e l’adeguamento della struttura originaria.

In base alla Riforma ospedaliera del 1968-69, il S. Croce viene dichiarato Ente Ospedaliero – Ospedale Generale Provinciale e il Carle viene scorporato dall’INPS (l’Ente che aveva assunto l’onere della lotta alla TBC) e dichiarato Ente Ospedaliero – Ospedale Provinciale Specializzato Pneumologico.
In questi ultimi 30 anni, la medicina ospedaliera, spinta da sempre nuove tecnologie, ha preso il netto predominio nella Sanità italiana: gli Ospedali sono tenuti a ricoverare tutti i cittadini bisognosi di cure, senza distinzioni; e la popolazione, a ragione o a torto, ricorre con maggior fiducia all’ospedale piuttosto che al medico operante sul territorio. Le conoscenze mediche, nello stesso tempo, aumentano in misura tumultuosa e creano, una dopo l’altra, sempre più numerose branche specialistiche.

Sono queste le ragioni della continua crescita strutturale e funzionale dell’Ospedale S. Croce, che continua anche dopo la Riforma sanitaria del 1978, pur ispirata ad un approccio globale al problema “salute”, nel tentativo di ridimensionare, o almeno di non privilegiare, la medicina ospedaliera. L’ultimo evento che coinvolge gli ospedali italiani, è l’emanazione dei D.L. 502 e 517 del 1992-93, che ristrutturano il Servizio Sanitario Nazionale in senso “aziendalistico”. L’Ospedale di Cuneo è riconosciuto “Ente di rilievo nazionale e di alta specializzazione” e viene costituito in “Azienda Ospedaliera S.Croce e Carle” (D.P.C.M. 23.04.1993), amministrativamente autonoma rispetto alle ASL circostanti.

Il vincolo legislativo di pareggio di bilancio porta Amministratori e Dirigenti a riflettere, anche in termini di “mercato”, sui compiti dell’Ospedale S. Croce, sia su quelli previsti dalla legge, sia su quelli che l’Azienda intende darsi per rispondere alle domande di salute della popolazione e per garantirsi ricavi sufficienti a fronteggiare i costi di gestione. Curiosamente la situazione ricorda, sia pure con gli scontati distinguo, quella di sette secoli fa, quando non solo i membri della Confraternita (gli amministratori) ma anche il Medico, il Cerusico, lo Speciaro, l’Ospitaliere dovevano trovare il modo di conciliare i vincoli di bilancio con i precisi doveri di assistenza ai malati, conseguenti all’esistenza stessa dell’Ospedale.